Non ero ancora stato nel continente Africano. ‘Sicchè non avevo mai fatto Safari tout court. Ne’ mi era capitato di passare ferie invernali in plaghe tropicali o equatoriali. Viemmeno, mai fatto per scelta vacanze organizzate, con pacchetto perlopiù tutto compreso. Orbene, capita la singolare occasione per una ricorrenza importante. Non abbiamo tempo d’organizzare nulla, siamo indecisi sulla destinazione ‘sì come sull’ambito. Cercando informazioni sui safari nell’Africa subsahariana m’imbatto in pacchetti all inclusive attraenti e tutto sommato economici, che prevedono da due a quattro giorni di safari e un soggiorno mare in resort. Ci facciamo passare l’avversione naturale e culturale per quest’ultima opzione di villeggiatura e partiamo. destinazione Kenya, Parchi Nazionali Tsavo West, Tsavo East e Amboseli, più un paio di giorni presso un villaggio turistico di gestione italiana a Watamu. Ero certo che il mondo safari mi sarebbe piaciuto, ‘sì come la Savana e le plaghe kenyote dell’Africa, ma non pensavo mi stupefacessero così. Natura rutilante, la cifra selvaggia d’una intensità inebriante, Grande Bellezza di fauna, flora, paesaggi naturali e culturali. E una umanità solare, deliziosa e colorata, che irradia gentilezza calda come un abbraccio. Ed è subito mal d’Africa. Otto giorni splendidi.
Qualche informazione pratica:
abbiamo scelto un pacchetto dell’agenzia italiana EASY AFRICA
nello specifico il pacchetto safari Tsavo Est, Amboseli e Tsavo Ovest contestuale al febbraio 2019, più il soggiorno mare incluso nel pacchetto, che invero abbiamo più inteso come base per i movimenti in autonomia (per quanto il “blu safari” organizzato da un’agenzia locale per conto del villaggio sia stato molto carino).
Di fatto i tour operator che propongono i pacchetti dall’Italia si affidano alle agenzie locali per l’organizzazione dei Safari; nel nostro caso Easy Africa, mediante il centro operativo che ha sede contestualmente al villaggio turistico Jacaranda Beach (venue del soggiorno mare) si avvale dell’Agenzia
pagina facebook di SOUTHERN SKY SAFARIS
Noi ci siamo trovati molto bene, in particolare la nostra guida Abel è stato delizioso e ha svolto in modo eccellente (a dir poco) il suo lavoro. Conversando amabilmente in italiano e inglese per quattro giorni, ci ha istruito in modo ineccepibile sulle peculiarità della Savana, sugli usi e i costumi delle popolazioni locali, e ci ha fatto provare emozioni di rara intensità portandoci rispettosamente al cospetto della meravigliosa fauna kenyota. Contestualmente, il fatto di trovarci per caso solo io e mia moglie con un van a disposizione, ci ha consentito di gustare appieno l’esperienza, potendo noi disporre a piacere della miglior modalità d’osservazione dal mezzo, ossia quella ristante in pie’ col tettuccio sempre aperto, a respirare l’aria gioiosa della savana, senza il cruccio di dover concordare turni d’osservazione con altri utenti; i pullmini/jeep da 6/8 posti colmi prevedono momenti di osservazione in seduta, dal solo finestrino. Certo, ci è venuto infine a costare un po’ di più, ma ce la siamo goduta tanto.
Considerazioni etico/ideologiche
Io e Fra organizziamo i viaggi in terre lontane dalla nostra in piena autonomia, avvalendoci semmai dei servizi proposti dalle comunità locali, con le quali interagiamo direttamente. Come accennavo in incipit questo è stato il nostro primo viaggio “organizzato”. Orbene, non è ci stato facile intraprendere la faccenda “sotto teca” quando in pullman abbiamo attraversato villaggi e comunità dal pullman senza concrete possibilità di contatto diretto, ‘sì come ci ha lasciato sgomenti il contrasto fra il lusso glitterato dei resort (in particolare quelli lungo le coste), vere e proprie “torri d’avorio” al chiuso di murate e recinzioni, e la gramigna polverosa che sottende alle plaghe in cui queste strutture sono ospiti. l’impermeabilità appunto strutturale dei resort e la tipologia organizzativa all inclusive che di norma le connota ammettono scarse possibilità d’interazione diretta con le comunità locali. Nondimeno, si può scegliere di “uscire” autonomamente per entrare nel mondo kenyota senza filtri, come abbiamo fatto nel caso della gita alle rovine dell’antica città di Gede, avvalendoci del simpatico sevizio di mototaxi ampiamente disponibile perlopiù in tutte le contrade. Non entro tuttavia nel merito della discussione ideologica sull’opportunità o meno di andare oltre i servizi preconfezionati dei viaggi organizzati, solo abbiamo sentito il bisogno di farlo, pur nel poco tempo disponibile fra l’espletamento del safari e la logistica complessiva del viaggio.
In questo racconto, franco di troppi riferimenti didascalici e informativi via link,( tutte le info relative al viaggio le trovate nei link già postati all’inizio) darò ampio risalto alle immagini del safari, sostenute da un filo narrativo cronologico ma incoerente per struttura, di fatto influenzato dalle suggestioni emotive. La densità e l’abbondanza delle immagini trascura senz’altro diversi aspetti che non ho ponderato per evitare di redarre un fotoracconto interminabile, ma son certo che possa stimolare assai l’uzzolo per un viaggio in Kenya.
TSAVO WEST NATIONAL PARK
NYANI ROAD, IL BOULEVARD DEI BABBUINI
Poco prima di giungere all’ingresso del parco la strada è un rettifilo d’asfalto che taglia una savana periferica adusta di sole. In quella stazionano sul ciglio famiglie di babbuini questuanti e confidenti. Qui mamma ci cova
I TERMITAI
Appena dentro il parco, pulvirosa terra rossa e plaghe abbruscate. Le termiti fagocitano gli arbori guarnendoli di rena fulva. Occhio, Le suggestive piramidi ospitano fra i pertusi l’assai venefico Mamba Nero, grosso rettile che può raggiungere i quattro metri di serpe
.
Sognando California. I deliziosI DIK DIK.
Mentre indugiamo lungo la pista, sfrecciano tra i cespi e nell’ombra vi s’infrattano coppie di questa carinissima gazzella tascabile, di taglia fra il cagnolo medio e il cavalluccio a dondolo. Paiono cuccioli sempiterni per l’aspetto fragile
AFRIKAN TANNENBAUM,. L’acacia secca e i nidi penduli
Purtroppo non ricordo il nome del simpatico pennuto che prende casa tra i rami dell’albero agganciandovi nidi ruffi e penduli
BAOBAB. tarchiato, abbruscato, placido. Ne puoi sentire il respiro mentre la terra scalda il cielo
BUCERO. Pennuto tucanoide di cui non ricordo le specifiche. Di taglia simile a una gazza snella e longilinea; becco psichedelico, ciuffo da gagà e canto garrulo
I PRIMI ELEFANTI. Li scorgo con la coda dell’occhio mentre andiamo. Per quanto possibile nascosti tra cespi e frondame. Facciamo retro di qualche metro. Una famigliola, apochi metri di distanza da ove ristiamo. Di norma essi ambulano in gruppi di 8-10, ossia un paio di famiglie con affinità elettive. In quella si tratta di una. Emozione forte. un soggetto ci annusa circospetto. Sarà il preludio a incontri ben più diretti con i pachiderma. Stupendi. tre metri al garrese, taglia mietitrebbia
CHIAMAMI AQUILA. Un ASTORE CANTANTE PALLIDO, bel falconide dalle tinte eleganti attrespolato sui ramicelli
L’AGORA’ ‘NIMALE DI ‘NGULIA. Arrivati al lodge, ci ristoriamo sul terrazzo, e che vediamo? un’accolita di elefanti che sguazzano presso la pozza d’acqua, manutenuta dalle maestranze del Parco a beneficio dei nimali. Stupendo, anche il paesaggio sonoro di schiocchi, squassi, spruzzi e barriti
..La pozza della concordia; arriva una mandria di grossi bufali a condividere il refrigerio; l’ambiente è magnifico, totalizzante la naturalità…
Siamo seduti sul terrazzo e stupefatti a gustarci questo spaccato di quotidianità della savana. Contributo video
Frattanto sopraggiunge un drappello di Babbuini…
Facciamo una pennichella e riprendiamo a vagolare quattroruote nel pomeriggio, fascia oraria di norma proficua per l’avvistamento di fauna selvatica, in particolare verso il vespero. E’ bello andare piano sul van, solinghi, colla testa fuori dal tetto ad annusare l’effluvio squisito della savana, lasciandosi incantare dalla bellezza struggente della plaga. Talune bestiole occhieggiano nel campo visivo, talaltre sono travisate nella texture vegetale, perciò si fa emozionante scorgerne un sussulto scrutando di fino i dettagli, e gustarne poi il piglio o le movenze.
KUDU femmina; un’antilope alta circa un metro al garrese, molto elegante. Più avanti vedremo esemplari maschi
Poco dopo avvisteremo il culetto e la codona di un LEOPARDO che faceva la pennichella a due metri da noi dentro un fosso umbrato, non sono riuscito a fotografarlo ne’ a riprenderlo, ‘chè un po’ scocciato se ne andò subito. Poi
ELEFANTE solingo a merenda
GHIANDAIA MARINA (Coracias garrulus). Comune anche in Europa eppure non la si becca spesso. Qui tante, sempre splendidamente caleidoscopiche. Taglia fra il merlo robusto e il piccione.
GIRAFFA MASAI (Twiga in lingua swahili).Volgo lo sguardo attorno sott’incantagione, e trasalgo nell’adocchiare la prima di tante. Stupenda sorniona, elegante, chiacchiera con le fronde più acclivi e talora le addenta per cibarsene
Una simpatica pertica di 5/6 metri, lo nimale terrestre più alto, e il massimo ruminante. Ravviciniamo…
Giriamo la curva ecco un bel branco di BUFALI. Abel la guida ci dice che questo bovide di stazza massiccia è tra le bestie più pericolose per l’omo qualora dovesse quest’ultimo trovarsi a deambulare per la savana
Breve videosequenza del passaggio
Distolgo lo sguardo dalla mandria, lo porgo innanzi e una fantastica giraffa si bea della savana posando ieratica assieme al suo Baobab
Poi, carina, si volta e ci regala il ceffo di fronte
Pochi minuti e occhieggiano i bei culoni delle ZEBRE (Pumdamilia in swahili)
Di fianco all’erbaglia di pascolo delle zebre riposa una pozza d’acqua, dal cui pelo affiora la massiccia sagoma di due IPPOPOTAMI a mollo. Bestie notoriamente altrettanto perigliose per l’omo
Assieme ai due mammiferi sguazza nel medesimo specchio una fulgida CICOGNA BECCOGIALLO che scandaglia il fondo in cerca di bigatti
.in quella Abel (la nostra guida) parlotta via cb con dei colleghi, che gli stanno comunicando d’aver scorto un ghepardo! Pertanto acceleriamo il passo e seguiamo le coordinate trasmesse…Eccolo laggiù, così lontano, così felino..IL GHEPARDO
Poco dopo c’imbattiamo in un bell’esemplare di IBIS, uccello sacro a molte tradizioni, mentre ruspa la mota secca
Dopo questa emozionante scorpacciata di bestiario facciamo rientro con calma; delle rare antilopi d’acqua e una jena ci attraverseranno la strada, ‘sì come questo CAMALEONTE di taglia lucertola, dal piglio assai simpatico; aspettiamo che raggiunga il ciglio sicuro rispettandogli l’andatura e gustandoci l’estro con cui danza un electric bogaloo molto cool; mi viene spontaneo offrirgli un semplicissimo beatbox vocale
Notte fresca fra barriti e soundscape buio della savana.
GIORNO SECONDO
Lungo trasferimento dallo Tsavo West National Park all’Amboseli National Park. Svegli all’alba e attraversamento della restante vasta porzione di Tsavo West, per plaghe di savana stupenda, in piena solitudine. Atmosfera albestre, vento freddo, video
Poi tanti incontri, tante sorprese:
ancora il nostro ASTORE CANTANTE PALLIDO e guardingo
GIRAFFA con sfondo di savana brumosa confitta di acacie
Un bell’esemplare di ALCELAFO (KONGONI in swahili), famiglia delle antilopi
..che divide il brunch a buffet con una solinga PUMDAMILIA (ne vedremo come se piovessero)
Altre GIRAFFE MASAI che sfoggiano eleganza e buonumore giocando con le splendide ACACIE OBRELLIFERE, gustandone il fogliame
Poi adocchiamo un raro GUFO BIANCO DEL SUD travisato nella texture di ramaglia, che sonnecchia o fa finta di niente…
La faccenda incuriosisce una bella TWIGA che viene a constatare di persona; tuttapposto…
Per questa immaginate il sonoro
giovane PUMDAMILIA impùbera e gracilotta
Le prime deliziose GAZZELLE DI THOMSON, delle silfidi a quattro zampe
Usciti dallo Tsavo West cominciamo a scorgere il mitico sollevamento del Kilimanjaro. Fuori programma visitiamo il villaggio Masai vicino all’ingresso dell’Amboseli National Park. Usi e costumi, danze, bellezza fanciullezza. Ricordarsi di prendere le caramelle, poichè i bimbi ti rincorrono al grido supplichevole “sweet!”. La scolaresca dopo il canto di benvenuto
eleganza naturale; la bellezza omogenea del pigmento esalta i colori
Tribù di origine nilota, i Masai sono pastori e coltivatori, legati alle tradizioni ma connessi alle istanze globalizzate. Una contrada del villaggio, colle bicocche di fango essiccato
Il medicine man ci presenta il suo prontuario medico; rimedi naturali specifici per ogni malanno
Particolare, purtroppo non ricordo nel dettaglio le associazioni terapeutiche; sono molto usate le sementi e sfruttate le qualità delle piante e delle fibre
Primo piano dello sciamano mentre ci spiega in un perfetto inglese, talora intercalato da un buon italiano, le proprietà curative di questo legno
Poi ci mostrano “l’accendino masai”, così come l’hanno chiamato. Per fare il fuoco: legno d’acacia, legno di cedro, sterco d’elefante e sterpaglie. Video dimostrativo
Estratto video della cerimonia d’accoglienza; ci hanno coinvolto, a turno la Fra e me; non so se mia moglie mi perdonerà questa pubblicazione. Bello il mondo di colori, suggestiva la densità sonora delle voci, dalle frequenze basse a mo’ di bordone agli acuti dei solisti
La quota complessiva di circa 80 in euro a nucleo di visita (il numero di partecipanti per ogni mezzo coinvolto nel safari) va a sostenere la scuola locale e la comunità.
AMBOSELI NATIONAL PARK
Eccoci quindi all’Amboseli National Park. Una plaga pianeggiante alle falde del Kilimanjaro, che qui mostra il ceffo settentrionale. Grande savana, arbusteti, bush e boscaglie d’acacia e baobab. Meravigliosa. Due GAZZELLE DI THOMSON si dànno il culetto a vicenda
Famigliola ristretta di PUMDAMILIA (ZEBRE) con GARZETTA cavapidocchi al garrese
Femmina di STRUZZO
Accolita di GNU all’ombra d’un arboscello
..e un ragazzone solingo
la concordia della savana; giraffe, zebre, gnu, acacie
Un po’ di scene in movimento..
GNU e GNUINO; fermo immagine
Stupefatti contempliamo la serenità della concordia savanense; quando i predatori son lontani è agorà
Il brutto eppur bello (sicuramente simpatico) FACOCERO
Nella zona umida, BUFALI testè usciti usciti di pozza
La zona umida si espande in plaghe pratili roride; in quella si fa più forte la densità di selvatichezza animale (al pari di quella antropica, con aumento di traffico di mezzi) che anima scene curiose. S’alza un vento mordace, gli elefanti s’asciugano mentre i babbuini a bordo cavedagna guatano sfilare i safaristi
Di là un BUFALO e un IPPOPOTAMO si fanno spidocchiare in relax dalle garzette…
…mentre una IENA solinga e provata se la ride poco zoppicando vistosamente…
Poco innanzi una coppia del medesmo cagnesco carnivoro si scambiano tenerezze al fresco…
…e un maschio di STRUZZO volta il solo ceffo per guatarci…
Nel segmento di ritorno al vespero, in un’atmosfera d’intensa suggestione savanesca, saranno protagonisti gli elefanti; qui un giovane pachiderma dà un passaggio a una garzetta…
Poi una famigliola di STRUZZI ruba la scena un istante…
Il Kilimanjaro è imbronciato, i pachiderma ci bevono su all’aperitivo familiare…
Giornata meravigliosa. Al crepuscolo, dal piancito del lodge il Kilimanjaro scopre il ceffo col capo canuto di neve…
Notte fesca tra i berci delle bestiole.
AMBOSELI, giorno secondo.
All’alba è freddo. Starsene fuor di tettuccio dal furgone ti metti a belare. Gli elefanti e compagnia sono già occupati a vivere e nutrirsi. S’accende la savana…
beliamo sì, senza però disturbare il dolce passo degli elefanti nel mattino imbiondito
Due GAZZELLE DI THOMSON in versione mascula e arrapata duellano per amore; la scena è pervasa d’un lucore tiepido, meraviglioso…
…mentre BUFALI e GARZETTE franchi di turbe sonnecchiano a un dipresso dell’acacia…
..ma un terzo gazzellotto, mancipio alla foia, freme trepidante senza perdersi un colpo del duello…
..di cui vi offro un suggestivo movie trailer
Indugiamo con calma mentre il primo sole biscotta la plaga. Zebre, bufali e gnu pascolano tranquilli. In quella ci colpisce la tenerezza d’un cucciolo che scorrazza godendo della spensierata fanciullezza. il verso deliziosamente nasale che suonava non ha eguali per simpatia sonaglia
Eccolo. E’ lontano, a pel di savana. Di quest’ultima il Re, colla sua criniera fulva e famigliola al seguito: il LEONE
Al momento siamo soli, ma la rapida comunicazione fra le guide presto produce aggregazione di mezzi e comitive. Epperò l’atmosfera rimane stupefacente, con quel Kilimanjaro che finalmente decolla dal pèlago di nubi…
.Il tetto dell’Africa; un pianeta…
Ok, dobbiamo fare rientro. Ci aspetta un lungo trasferimento verso Tsavo East. Nel breve segmento di ritorno Amboseli ci regalerà ancora perle fugaci ma iconiche di Grande Savana, per cui fermai quest’immagine..
…e quest’altra, che ai cerchi del pianeta Kilimanjaro e alle acacie ombrellate aggiunge mamma pachiderma e la schiatta in virgulti…
TSAVO EAST NATIONAL PARK
Diverse ore di viaggio attraverso le plaghe assolate del Kenya, fra contrade e villaggi pullulanti di bellissime figure umane aggregate. Tutti ci salutano, torme di bimbi ci inseguono sorridenti. Arriviamo allo Tsavo East. Già lo spettacolo attorno alle pozze d’acqua presso la struttura lascia senza fiato. Concordia maxima della savana. Stormo posato di uccellacci ieratici. Pennuti di stazza corpacciuta, becco poderoso, alti come un preadolescente umano. Tengono elegantemente le ali aperte, immobili, forse per attenuare la canicola. Si tratta di MARABU’ AFRICANI
Primo piano
Nella pozza più grande diverse famiglie d’elefanti sguazzano in acqua. i fanciulli si sollazzano a giocare; sono tenerissimi, ed è chiaro che si stanno divertendo un sacco, sotto l’occhio amorevole e attento delle madri…
La seguente serie di video lo dimostra con tenerezza. Sguardo sulla concordia savanense, laddove fra Marabù ed elefanti zampettano cicogne e gru coronate; un ippopotamo esce la schiena dal pelo d’acqua, mentre defilati parecchi facoceri occhieggiano in branco
La faccenda merita approfondimenti
Pregiamoci altresì dell’eleganza della GRU CORONATA GRIGIA, alta come mia nipote di 15 anni
Ci ristoriamo un poco e nel medio pomeriggio usciamo per un primo game nel parco. Addirittura pioviggina. Subito assembramenti d’elefanti pigmentati del terraceo limo…
Poi tosto è il turno degli IMPALA
Siamo il solo mezzo in giro. La plaga è di bellezza struggente, odore meraviglioso di terra selvaggia, cieli a più dimensioni…
Smette la pioviggine stentorea, il sole ora canta..
Ci distrae un’elegante aquila coi calzoni alla zuava, di cui purtroppo non ricordo il nome…
Procediamo con calma lungo il tratturo; scorgiamo vicina una bella leonessa che prima sonnecchia sotto un baobab, poi ci fa la grazia di avvicinarsi a una pozza d’acqua, sfilandoci accanto senza manco guardarci; emozione…
Accorrono presto altre comitive, ‘sicchè l’effetto zoosafari suggerisce di spostarsi. Poco più oltre incorciamo questo simpatico pachiderma che pilucca contento i tubi di una condotta idrica in teoria ipogea; gli elefanti praticano rabdomanzia e scovano le condotte ‘sicchè ne scavano la copertura…
Proseguiamo lungo la carrabile, ora piuttosto tratturo malconcio. Prima un bufalo di taglia Defender occhieggia fra gli arboscelli…
..e subito dopo ci pregiamo di un magnifico esemplare maschio di KUDU che all’ombra si travisa…
Ci spingiamo verso una zona periferica estremamente selvaggia e spettinata, completamente soli. A un tatto nugoli di polvere fulva e schermaglie d’avvoltoi attirano la nostra attenzione; ci avviciniamo con cautela fuori traccia, e la scena che ci si para regala un assaggio saporoso dell’intensa naturalità di queste plaghe, in salsa cruditè; la cava carcassa d’un pachiderma dezannato ospita una jena intenta cupidamente a spolpare i visceri residuali, con buona pace dell’avvoltoi che rosicano nervosamente….
Il canide dal bieco sogghigno ci guata un momento…
Qui un breve contributo video very wild che restituisce la scena dell”aspro banchetto…
Torniamo in pista, diretti con calma verso il lodge. Ancora paesaggi rutilanti di Savana…
Una giovane jena solinga e un poco spaurita, invero dolce di piglio, ci regalerà un momento di forte sapore naturale…
Breve contributo video del momento suggestivo…
Grande giornata, rientriamo. Notte con il soundscape più simpatico che possiate immaginare. Abbiamo lasciato fuori i serpenti, gl’insetti e altri animali perigliosi, come da raccomandazione adesa alla porta scorrevole della nostra stanza al Voi Lodge (con elefante al pascolo nell’attigua savana)…
L’INDOMANI
Ultimo giorno di safari; si tratta di lasciare lo Tsavo East traversandone le plaghe occidentali per arrivare a Watamu, diverse ore di game road e viaggio. Pioviggine, l’atmosfera albestre è onirica; infatuazione per quest’acacia ombrello ferma nel paesaggio che si muove al ritmo del nostro incedere motoristico..
Siamo il primo mezzo in movimento, e per fortuna, chè poco dopo adocchio poco distante un assembramento di leonesse sdraiate a pennichella! Bercio ad Abel della visione, lui rattamente frena e inverte la marcia. Accostiamo le feline, fino a condividerne il giaciglio. Noncuranti riposano, che quasi vien da scendere il mezzo per far loro una carezza. Siamo a non più di due metri…
Una terza leona si stiracchia nel sollazzo…
Soli, noi e loro, motore spento. La più vicina tira su il ceffo, senza degnarci d’uno sguardo…
..poi si fa distrarre da lontani strepiti…
E la Fra riesce a beccare con la fotocamera del telefono un bellissimo doppio sbadiglio…
Un paio di contributi video della scena: la pennichella e le coccole
Lasciamo le feline all’arrivo degli altri mezzi. Il lungo esodo dallo Tsavo East ancora ci regalerà parecchi momenti d’emozione; scene dalla forte cifra rappresentativa…
Plaghe colorate di magia naturale…
Garruli assembramenti di GERENUK (Litocranius walleri), detta anche Gazzella Giraffa, con pachiderma sullo sfondo…
tenerezze optical regalati dalle PUMDAMILIA…
Sosta e breve paasseggiata presso le plaghe surreali delle LUGARDS FALLS…
…ove nella contingenza stagionale secca il fiume GALANA si ritira, lascia glabro di sabbia e rocce levigate l’alveo gigantico e scorre in rapide di rutilante limacciosità…
In quella sguazzano gl’IPPOPOTAMI…
…e poco più in là, pigramente, i COCCODRILLI…
Seguiranno altre belle sorprese, mandrie spesse di bufali, mamma e cucciolo di GERENUK dal piglio dolce, flessuoso; il pupetto pare una bici a zampe animata…
…e le struzze al seguito…
L’eleganza ieratica delle GAZZELLE DI THOMSON…
Ancora tante scene di viva, adusta savana; zebre e gazzelle attraversano ratte la carrabile, di corsa verso il fiume ove sguazzano gli elefanti; poi dietro una curva una bella giraffa vagola lentopede in mezzo alla pista, e non si scansa…
Passiamo larghi, ed ella ci guarda con un ceffo molto simpatico…
Un breve contributo video che restituisce la scena testè descritta, a partire dall’attraversamento di zebre e gazzelle…
Poco più avanti c’imbattiamo in un branco di BABBUINI che traversano trafelati la via; deliziosa la scena del cucciolo che in guisa di giovane cowboy monta in sella alla mamma tra trotto e galoppo; ecco il video…
Uscito il Parco arriveremo con calma al nostro villaggio. L’indomani faremo un bellissimo blue safari per mare e barca, con secche splendide, riff di coralli e snorkeling psichedelico, sontuose mangrovie. Qualche foto…
Per l’ultimo giorno scegliamo di soddisfare la curiosità culturale etnografica e andiamo a visitare le rovine di GEDE, antico insediamento urbano islamico risalente al XIII secolo, situato a un dipresso della foresta di Arabuko Sokoke, fra Watamu e Malindi. Pare contasse all’epoca oltre 2500 abitanti. Per arrivarci chiediamo a un paio di ragazzi dei mototaxi che stazionano nelle contrade accoste al resort. Sarà molto istruttivo e divertente. Si aggrega un altro ospite del villaggio turistico, ‘sicchè questi e mia moglie verranno caricati su di un mezzo; io, più corpacciuto verrò caricato su un’altra motocicletta. Breve contributo video che documenta il tratto di viaggio sulla strada asfaltata di Watamu, fra deliziosi mercati, splendidi colori e piacevole umanità. I nostri riders ci suggeriscono di fare sosta al mercatino per comprare un casco di banane, di cui i CERCOPITECHI (simpaticissimi primati che vedrete a breve) sono ghiotti..
Arriviamo al sito e i primati a famiglie festanti ci accolgono garruli e confidenti, senza aspettare che siamo noi ad allungar loro le banane…
Ecco Gede, luogo arcaico e suggestivo, brasato dalla canicola…
Chiudo questo racconto con un colpo di coda; quello del cercopiteco che mi cala gli occhiali da sole mentre aspetta la banana attrespolato sulle mie spalle assieme a qualche compare. Ok, questa confidenza non è il massimo della perizia deontologica contestualmente al rispetto della natura, ma nell’ambito delle attribuzioni antropizzanti proprie delle rappresentazioni che facciamo noi omeni della naturalità, la simpatia di questi soggetti è deliziosa, irresistibile…
Orbene, viaggio fantastico. Il mal d’Africa si è manifestato non appena messo piede in Italia; una febbre struggente, la scaturigine di emozioni e sensi che non vedono l’ora di trovare di nuovo corrispondenza di fatto.
Alla prossima
Yoyodel